venerdì, marzo 31, 2006

Notizie brevi di oggi

El Salvador: La Commissione Interamericana per i Diritti Umani ha accolto una domanda contro lo stato salvadoregno per il massacro di El Mozote, una serie di fatti di sangue portati a capo nella località di Meanguera nel dicembre del 1981, con l'intento di sconfiggere la guerriglia.
La Commissione ha anche definito che lo stato salvadoregno "ha l'obbligo legale, non delegabile e irrinunciabile di investigare sui fatti" e di accertare anche l'identità di altre vittime coinvolte.

Dal quotidiano di San José Nación si apprendono gli ultimi sviluppi della contesa diplomatica El Salvador-Cina- Taiwan:
[El Salvador mantendrá su "fuerte y sólida" relación con Taiwán, aunque el sector privado puede seguir comerciando libremente con China, declaró hoy el presidente salvadoreño, Elías Antonio Saca.
El gobernante aclaró así, en una rueda de prensa, la posición del Gobierno ante la petición de varios sectores empresariales que han solicitado la apertura de relaciones diplomáticas con China, o al menos de una oficina comercial, con el fin de incrementar las exportaciones y atraer inversiones al país.
El martes pasado, la vicepresidenta salvadoreña, Ana Vilma de Escobar, declaró a la prensa que no se descartaba el establecimiento de relaciones con China]

Costa Rica: Iniziano a fervere gli incontri che il nuovo presidente Oscar Arias, eletto con le elezioni del 5 febbraio, ma che si insedierà soltanto a maggio, ha iniziato ad intraprendere in vista della nomina del nuovo esecutivo. Secondo le prime indiscrezioni i primi provvedimenti che prenderà il nuovo governo saranno a sostegno delle tre province della costa (Guanacaste, Puntarenas e Limon), dove Arias ha fatto il pieno di consensi.

Guatemala: Una manifestazione convocata dal Coordinamento Nazionale Indigeno e Contadino (Conic, Coordinadora Nacional Indígena y Campesina) e appoggiata dal Coordinamento nazionale delle organizzazioni contadine (CNOC, Coordinadora Nacional de Organizaciones Campesinas), invaderà oggi le vie della capitale, con l'intento di sottolineare che l'Accordo per l'Identità e i Diritti dei Popoli Indigeni è ancora lontano dall'essere attuato, nonostante che la legge che lo istituiva è ormai in vigore da 11 anni.
Nell'occasione si manifesterà anche per richiedere la soluzione alla domanda di terre per le comunità contadine e per richiedere uno stop allo sfruttamento delle risorse naturali del paese. La CNOC spera nell'adesione di 12000 manifestanti.

Cuba: Polemica fra Cuba e gli Stati Uniti, ad un anno dall'arrivo negli USA del cittadino venezolano responsabile del dirottamento aereo cubano che costò la vita in Barbados a 73 persone, fra le quali una di cittadinanza italiana. Secondo il governo di La Habana, come si legge dalle colonne di Granma, nonostante sia stato dimostrato che l'autore dell'atto sia un terrorista internazionale, il governo Bush si nega a provvedere a sottoporlo a giudizio o in alternativa a disporre l'estradizione in Venezuela.

Accordo in vista tra El Salvador e Honduras per la definizione dei confini

Sta per essere posta la parola fine ad una storica vicenda di delimitazione dei confini tra Honduras e El Salvador che ormai si trascina da oltre cento anni di dispute e che nel 1969 culminò nella "guerra delle cento ore".

Il presidente di El Salvador, Elías Antonio Saca, come informa la stampa di Tegucigalpa ha assicurato oggi in un'intervista che la questione è "praticamente sul punto di essere risolta".

Saca ha affermato alla stampa che resta soltanto il completamento della demarcazione di una fascia di confine, oltre all'atto ufficiale che porrà il punto finale sulla vicenda: una cerimonia che vedrà i due presidenti Saca (El Salvador) e Zelaya (Honduras) annunciare la risoluzione della contesa.

A seguito della guerra delle cento ore ci vollero ben 11 anni perché i due paesi ristabilissero relazioni diplomatiche.
La disputa si trasferì anche presso le sedi della Corte Internazionale di Giustizia che decise di assegnare 300,1 km quadrati di terreno conteso all'Honduras e 137,8 a El Salvador.

giovedì, marzo 30, 2006

Nicaragua: Processo in vista per Alemán

Secondo quanto informa il quotidiano El Nuevo Diario, l'ex presidente del Nicaragua Arnoldo Alemán e cinque suoi collaboratori stanno per essere processati a Panama, imputati di riciclaggio di denaro per un totale di 58,2 milioni di dollari, sottratti all'erario nicaraguense.

Oltre all'ex Presidente Alemán sono accusati di riciclaggio anche la moglie María Fernanda Flores de Alemán, il suocero José Antonio Flores, l'ex direttore delle Entrate Byron Jerez e altri familiari di quest'ultimo.

Per gli accusati è già stata avanzata al giudice la richiesta di detenzione preventiva in carcere.
Allo stesso tempo è stata chiesta l'archiviazione per l'ex Ministro del Commercio Esteban Duque e per altri cinque indagati.

L'ex presidente e gli altri accusati avrebbero trasferito nel periodo dal 1997 al 2002 cifre per un totale di 58,2 milioni di dollari, sottratti dalla Tesoreria Generale dello Stato e fatti transitare su conti correnti di una decina di istituti di credito panamensi, utilizzando una sessantina di società di quest'ultimo paese.
Il denaro fu poi utilizzato per acquistare proprietà immobiliari in altri paesi e automobili di lusso.

Un ammontare imprecisato di denaro fu inoltre trasferito al
Partido Liberal Constitucionalista (PLC) di cui Alemán era leader.

La difesa, pur ammettendo che i trasferimenti di denaro ebbero effetto, adduce la tesi dell'inapplicabilità della legge che punisce il riciclaggio di denaro, in vigore da ottobre del 2000, mentre i fatti risalirebbero al periodo 1998 - maggio 2000.

Alemán è già agli arresti domiciliari in Nicaragua e deve scontare una pena di venti anni per riciclaggio di denaro. La condanna risale al 2003.